Domani si parte per Milano per registrare il nostro secondo
disco. Finalmente. Nel frattempo abbiamo scelto anche come si chiamerà, il
titolo, perché un titolo serve sempre; ve lo comunicheremo fra un po’. Siamo
però abbastanza sicuri, tranne strane complicazioni, che per i primi di
settembre tireremo fuori il singolo con il video. Quello è già pronto e giace
nei nostri hard disk da mesi. :)
Ieri rivedevo alcuni testi perché non ero sicuro di alcuni
versi. I fogli con le parole scritte in questi anni erano lì sulla scrivania
della mia stanza con correzioni e scarabocchi e guardandoli ho pensato: “cazzo,
qui dentro posso metterci qualsiasi concetto possibile (ammesso che io lo
riesca ad esprimere)”; sembra una cosa ovvia, ma non lo è. Non sto parlando di
scrivere una canzone! La canzone già esiste! Esiste la struttura, la linea
melodica, l’armonia ecc. ecc.; inoltre è passata al vaglio degli altri
componenti della band, del produttore e di tutti quelli che hanno voce in
capitolo: questo in qualche modo ti dà già una sicurezza e una tranquillità
diversa di quando parti da zero. La canzone è bella insomma, ma tu che l’hai
scritta sai che puoi giocarti meglio dei passaggi e magari sostituire le
ridondanze con altre parole e altri concetti per non sprecare l’occasione di
dire qualche altra cosa. Chi scrive canzoni forse può capire meglio quello che
dico. E’ in quel momento che hai la sensazione di star facendo qualcosa di tuo
per davvero, qualcosa che ti racconta, libero da ogni impedimento. Ovviamente è
solo una sensazione: la forma canzone è già una costrizione, un recinto!
Paradossalmente è proprio la forma canzone che abbiamo cercato
maniacalmente fin dal principio, un recinto che però invece di imprigionarci e
renderci infelici ci ha dato sicurezza e stabilità.
Baci e abbracci.
simone